Sicurezza o surleveè? Fa lo stesso!
Attacco:2
Non era del tutto sbagliato tentare il grande slam che, con le picche e le
quadri favorevolmente ripartite, viene facilmente mantenuto. Sta di fatto che
Nord ha deciso per un prudente 6 picche, ma si deve ricordare, ora, che sta
disputando un torneo Mitchell; il che significa che rinunciare alla 13a presa
potrebbe procurargli un fastidioso “zero”. Certo che volerla fare a tutti i costi,
compromettendo anche il mantenimento del piccolo slam, non è certo saggio.
In questi casi vi consiglio di valutare quante coppie, secondo voi, nella sala
chiameranno il grande slam, e quante il piccolo. In questa mano, nonostante
la bellezza delle carte, il punteggio complessivo è di 31 punti e la Blackwood
rivelerà la mancanza di 2 Re. Per questi motivi è ragionevole supporre che la
maggioranza delle coppie si limiterà al piccolo slam. Allora bisogna cercare di
fare la surlevee! Se stabilissimo, viceversa, che a non chiamare il grande
slam siamo stati solo noi, allora bisogna mantenere il piccolo slam con un
gioco di estrema sicurezza, sperando ardentemente che le carte avversarie
siano mal ripartite, così da impedire il 7 e rendere delicato anche il 6. Leggere
tanti 7P-1 e qualche 6P-1 sarà molto confortante per il nostro spirito e per la
nostra classifica, se avremo portato a casa le nostre 12 prese.
Il primo gravissimo errore da evitare è tentare la Q
sull’attacco di Est: non
abbiamo nessuna perdente da scartare sulle cuori, ed è praticamente
impossibile che Est abbia attaccato sotto Re contro uno slam delicato,
sapendo della lunga a cuori del morto. La mano che dobbiamo affrancare è la
nostra, lavorando sulle quadri. Se la Q
verrà coperta dal Re, dovremo sprecare una importantissima picche della mano, restando con sole 3 atout, e rischiando il “fuori gioco” della mano. E sarebbe a dir poco ridicolo scartare su A e Q di cuori la quinta e la sesta quadri, destinate a diventare franche.
Preso, quindi, l’attacco con l’A
, iniziamo subito il lavoro di sondaggio delle quadri, per un loro possibile rapido affrancamento, senza, naturalmente,battere neanche un giro di atout. Non è certo il caso di tentare l’impasse al Re, visto che questo comprometterebbe subito le nostre chance di fare 13
prese, per poi scoprire che il Re sarebbe naturalmente caduto al secondo od
al terzo giro. Dopo aver tagliato il secondo giro di quadri con il 3
, rientriamo comodamente con la Q
e giochiamo un terzo e decisivo giro di quadri.
Quando Est risponde con il J, siamo pervenuti al momento cruciale della
mano. Se i resti del colore fossero 3-3, potremmo tagliare ancora di piccola;
ma la ripartizione più probabile è la 4-2, ed, ancora una volta, non vogliamo
compromettere tutti i nostri progetti, correndo un rischio poco consigliabile.
Tagliamo, allora, di J
e constatiamo di aver fatto bene, perché Ovest non risponde, il che significa che avrebbe sicuramente surtagliato il 4
.
Ora, le possibilità di fare 13 prese sono fortemente diminuite, ma non
scomparse del tutto: basterebbe, infatti, avere la fortuna di trovare il 10
secondo; e vediamo perché. Rientriamo con il K
e tagliamo il quarto giro di
quadri con la Q
, affrancando la nostra Q
. Essendo terminato il lungo
lavoro di affrancamento, è giunto il momento di battere le atout. E’ il caso di
far notare che, se le picche sono 3-2 con il 10 terzo, dopo aver battuto Asso e
Re ed isolato l’antipatico 10, possiamo anche abbassare le carte, reclamando
tutte le prese tranne una (il 10
). Se invece il 10
cade secondo, possiamo
scuotere anche il terzo giro di 9 e reclamare le nostre tanto sudate 13 prese.
Nella realtà della mano le picche erano 4-1, il che, di per sé,
comprometterebbe il grande slam e metterebbe in difficoltà anche il piccolo,
se abbiamo giocato per la surlevee. Ma, per fortuna, il 10 è secco. Così
possiamo scuotere ugualmente il 9, isolare l’8 quarto e reclamare lo stesso le
12 prese promesse.
Se la mano ci fosse capitata in un incontro a squadre, invece che in un torneo
a coppie, il problema della surlevee non ci sarebbe stato, ed avremmo potuto
dedicare tutte le nostre attenzioni al conseguimento delle 12 prese promesse,
nel modo più sicuro possibile. Qual’è? Semplicissimo: un gioco a tagli
incrociati. Ricordatevi però che, con questa linea di gioco, occorre
assolutamente incassare in anticipo le prese di testa laterali, prima di iniziare
l’incrocio di tutti quei tagli che ci porteranno al conseguimento delle prese
necessarie. Bisogna incassarle prima perché, a fine mano, gli avversari
saranno in possesso di tutte le loro atout (visto che non abbiamo nessuna
intenzione di batterle), ed avranno spesso esaurito le carte in qualche colore
laterale. Il che significa che potranno tagliare un nostro Asso o Re che ci
siamo dimenticati di incassare prima.
Contiamo le prese disponibili: 3 teste di fiori + 2 Assi rossi + 2 facili tagli in
mano a cuori con il 9 ed il 6 + 3 tagli di quadri al morto (di cui solo il primo
con piccola atout ed i 2 successivi con Q e J invincibili + A e K di picche
residui nella mano. Il totale fa proprio 12. Badate bene che, con questo tipo di
piano di gioco, potremo addirittura prenderci lo sfizio di tentare la Q
sull’attacco, anche se poco convinti. Tanto, in caso di fallimento, quello, altro non sarà che il primo dei nostri tagli di cuori in mano. Che cosa può inceppare questo meccanismo? Una sfortunata ripartizione 5-2 delle fiori
(31%), che consentirebbe ad un avversario di tagliare e giocare atout; ma
attenzione perché in questo caso lo slam non è ancora del tutto perso (si
potrebbe infatti ricorrere all’impasse a quadri, per esempio).
Avete visto quanta diversità fra la strategia nei tornei a squadre e quella nei tornei a coppie?
Incredibile: nonostante il Bridge Club Milano sia un circolo particolarmente
accreditato, più di 15 dichiaranti su 20 sono andati down a 6 picche (non a 7);
compresa la gentile signora al mio tavolo, che ha preso il surtaglio di 5 al
terzo giro di quadri, beccandosi l’ottimo rinvio in atout della mia compagna.
Monza 20 Settembre 2002